Addio Geingob, amato presidente della Namibia

Hage Geingob, presidente della Namibia e con una lunga carriera politica nel paese, è morto domenica 4 febbraio 2024 nell’ospedale Lady Pohamba della capitale Windhoek. Aveva 82 anni ed era alla fine del suo secondo mandato come presidente della giovane nazione namibiana. La notizia è stata annunciata dal vicepresidente Nangolo Mbumba, che ha assunto l’incarico di presidente reggente fino alle prossime elezioni presidenziali e parlamentari già previste per novembre.

Geingob era stato eletto terzo presidente della Namibia nel 2015 ed era al proprio secondo e ultimo mandato. In passato aveva avuto altri problemi di salute e lo scorso anno era stato sottoposto a un intervento al cuore, ma ad inizio 2024 aveva annunciato una diagnosi di tumore e si era recato negli Stati Uniti per ricevere delle cure sperimentali all’avanguardia, che purtroppo hanno innescato un peggioramento ulteriore del suo stato di salute, fino a portarlo alla morte, che secondo indiscrezioni sarebbe avvenuta a bordo dell’aereo presidenziale durante il volo di ritorno verso casa.

“La nazione namibiana ha perso un illustre servitore del popolo, un’icona della lotta di liberazione, il principale architetto della nostra costituzione e il pilastro della casa namibiana”. Ha dichiarato il neopresidente non eletto Mbumba.

Primo presidente non di etnia Owambo, nato nel 1941, è sempre stato impegnato in politica fin dai tempi della scuola, durante cui combatteva contro l’apertheid imposto dal Sudafrica, allora paese occupante. Iniziò una carriera come insegnante, ma ben presto si ritirò, perchè non voleva essere costretto a seguire il sistema educativo Bantu, fondato sulla segregazione razziale.
Fuggì in Botswana e visse in esilio tra Botswana, Stati Uniti e Regno Unito per 27 anni.

Nel 1964 partì per gli Stati Uniti per studiare alla Temple University di Philadelphia, in Pennsylvania -successivamente conseguì un BA presso la Fordham University di New York City e un MA presso la New School di New York City – e fu nominato rappresentante della Organizzazione Popolare dell’Africa Sud-Occidentale (SWAPO), partito indipendentista, presso le Nazioni Unite e nelle Americhe. Nel 1971, fu nominato funzionario per gli affari politici presso il Segretariato delle Nazioni Unite e, successivamente, fu nominato direttore dell’Istituto delle Nazioni Unite per la Namibia, la cui funzione principale era quella di formare i quadri che avrebbero dovuto assumere le funzioni pubbliche in Namibia al momento dell’indipendenza e creare il futuro impianto legislativo.

Nel 1989, guidò la campagna elettorale della SWAPO in Namibia e per tale motivo rientrò in Namibia, dopo 27 anni di assenza dal Paese, e in seguito fu eletto presidente dell’Assemblea Costituente, che aveva il compito di formulare la Costituzione namibiana, adottata poi all’unanimità il 9 febbraio 1990.

È stato Primo ministro della Namibia per due mandati dal marzo 1990 all’agosto 2002 e dal dicembre 2012 al marzo 2015, introducendo nel governo approcci gestionali moderni e dedicandosi anche alla salvaguardia della natura abbinata al turismo. E nel 2014, come candidato della SWAPO, Geingob fu eletto terzo presidente della Namibia con un margine schiacciante dell’87% dei voti.

In tutto il Paese si è indetto un periodo di lutto dal 5 al 25 febbraio, questu’ultima, data del funerale di stato che si è tenuto presso l’Heroes’ Acre di Windhoek alla presenza di numerosissimi capi di stato, rappresentanti di governi stranieri e dignitari. Presenti 27 delegazioni internazionali, compreso il capo di stato della Germania e della Finlandia, l’Italia invece non ha mandato nemmeno un rappresentante. Mbumba ha inoltre conferito a Geingob l’onorificenza postuma di Eroe nazionale e nella giornata di venerdì 23 febbraio si è tenuta una parata ufficiale con la salma salutata dalla popolazione lungo tutte le strade della capitale, mentre nella giornata si sabato si è tenuto un memoriale aperto a tutti presso lo stadio.

I namibiani sono dispiaciuti per la morte del loro presidente, poichè è stata inaspettata, anche se già da tempo si lavorarva per preparare le imminenti elezioni di novembre 2024. La SWAPO – che rimane il principale partito della Namibia ed è al potere dall’indipendenza nel 1990 – ha già nominato il suo candidato alle presidenziali che è l’attuale vice primo ministro Nandi-Ndaitwah. Se venisse eletta sarebbe la prima donna a ricoprire l’incarico di presidente del paese.

Sulla figura del presidente Geingob e del partito di maggioranza Swapo, sebbene abbiano ricevuto e ricevono tuttora un grandissimo consenso, sono tuttavia calate delle ombre, che hanno reso i namibiani un po’ più scettici, rispetto ai tempi dell’inizio dell’indipendenza. Oltre al problema della povertà e della sempre maggiore disparità sociale, il 12 novembre 2019 scoppiò lo scandalo Fishrot. WikiLeaks iniziò a pubblicare una raccolta di migliaia di documenti e comunicazioni e-mail di dipendenti di una delle più grandi aziende islandesi del settore ittico, la Samherji, che indicavano che l’azienda aveva pagato centinaia di milioni a politici e funzionari di alto livello in Namibia con l’obiettivo di acquisire l’ambita quota di pesca del Paese. Lo scandalo, che in seguito ha raggiunto anche la Norvegia, avrebbe coinvolto i massimi dirigenti della Swapo e ci sono state accuse, mai confermate, anche contro lo stesso Geingob. Pare che dalla società di pesca statale namibiana Fishcor, sia stata creata un’elaborata struttura societaria per dirottare i fondi pubblici generati dalle lucrose risorse ittiche del Paese, si parla di moltissimi milioni di dollari.

Luci sicuramente, ma forse anche con qualche ombra, su questa figura che sicuramente ha rappresentato una guida e un simbolo per il paese fin dai tempi della sua creazione, ma che forse ultimamamente appariva distante dalla nuova generazione di namibiani nati dopo il periodo dell’apertheid e dell’indipendenza.

Lascia un commento

  • Café Africa
  • Benvenuti in Café Africa!

    Café Africa è un viaggio alla scoperta di un continente vasto, vario e pieno di energia.
    Un luogo d’incontro per raccontare l’Africa e per cercare di conoscerla più profondamente, superando i luoghi comuni e i pregiudizi di cui spesso è vittima e indagando su aspetti poco noti.
    Café Africa è un mio personale modo di rendere omaggio all’Africa, terra di cui mi sono innamorata perdutamente al primo incontro.
    Per informazioni, anche di viaggi: info.cafeafrica@gmail.com
    Alessandra Laricchia