Niente più avorio nelle case degli italiani?

Una macchina industriale schiacciasassi con statue, oggetti, zanne intere deposte nel bel mezzo del Circo Massimo a Roma per essere polverizzate senza pietà. In quello che normalmente è un luogo di concerti, spettacoli, giubilei, si è assistito ieri, 31 marzo 2016, alla distruzione di mezza tonnellata di avorio. Un segnale semplice, ma di grande impatto, per far comprendere che dietro quegli oggetti, talvolta delle vere opere d’arte, si nasconde il genocidio degli elefanti africani. Uno sterminio pari a circa 35mila gli elefanti uccisi ogni anno in Africa.
Ma perché distruggere dei prodotti derivanti da zanne di animali oramai uccisi, la maggior parte probabilmente da anni o secoli? Può questo gesto rimetterli in vita o combattere il commercio? E che senso ha distruggere quei pezzi lavorati con arte magistrale da mani artigiane sopraffine?
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