La Namibia spiegata dal geologo: è la bisnonna delle terre emerse

La Namibia incanta con i suoi paesaggi che sembrano ricondurre in epoche lontane, primitive. Ma che origine hanno questi scenari incantevoli? Ce lo spiega un esperto, Sergio Crocetti, geologo e grande conoscitore d’Africa.

Viaggiando in Namibia ci si accorge immediatamente della notevole varietà di caratteristiche geografiche e geologiche, dovute agli eventi che si sono successi nel corso dei miliardi/milioni di anni, manifestandosi attraverso differenti condizioni climatiche e diversi ambienti di sedimentazione e/o di formazione delle rocce.

Dobbiamo immaginarci la NAMIBIA come un avo centenario, un bisnonno, con un basamento roccioso costituito da rocce precambriane più antiche di 2 miliardi di anni fa, che, a seguito di sollevamenti tettonici ed erosione, affiorano nel nord del paese al confine con l’Angola nel complesso delle Epupa Falls.

Continuando nell’accostare la storia della Terra, all’albero genealogico umano, possiamo nominare come nonni, il Brasile e la zona centrale del Nord America, appartenenti alla placca sud e nordamericana; l’Italia, la Grecia, l’Iran appartenenti ai margini della placca eurasiatica sono i genitori; l’Islanda e l’arcipelago Indonesiano posizionati rispettivamente sui margini attivi della placca eurasiatica (distensivo) ed indo australiana (compressivo) i figli; il Mar Rosso nato dal margine distensivo fra la placca araba e quella africana un neonato e la Rift Valley una fossa tettonica continentale nata dalla prosecuzione della separazione fra la placca araba e quella africana un embrione.

Il tutto per dire che la Namibia, nella sua antichissima storia geologica, né ha visti di tutti i colori: attività vulcanica connessa a margini convergenti e divergenti (Nota 1), periodo glaciale, periodi aridi, periodi umidi che hanno prodotto in un territorio, abbastanza limitato, una varietà litologica, mineralogica e petrografica fra le più affascinanti al mondo, con la formazione di importantissimi GEOSITI, ossia di beni geologici-geomorfologici di particolare pregio scientifico ed ambientale inseriti all’interno del patrimonio paesaggistico.

Fig. 1: – Movimento del Polo Sud (freccia) durante il periodo del Gondwana.
Fig.2: – Evoluzione paleogeografica a partire dal Giurassico. (da Nicole Grunert)

Il territorio namibiano è caratterizzato sia da rocce molto antiche, la cui età copre più di 2600 milioni di anni della storia della terra, che da sedimenti recenti. Quasi metà della superficie dello stato è caratterizzata da affioramenti del substrato roccioso eroso, mentre la rimanente è ricoperta dai depositi superficiali più recenti, la gran parte dei quali si osserva in corrispondenza dei deserti del Kalahari e del Namib, ossia rispettivamente ad ovest ed ad est della Grande Scarpata (“Great Escarpement”).

E’ per questo motivo che viaggiare in Namibia è come ripercorrere un calendario geologico di milioni di anni.

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Cronologiadella storia geologica della Namibia, tratto in parte da “Namibia – Fascination of Geology” di Nicole G

I PRINCIPALI GEOSITI:

  1. Deserto del Namib

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Ubicazione: il deserto del Namib è corretto dividerlo in 3 zone. Il Northen Namib compreso fra il fiume Kunene (confine con l’Angola) ed il fiume Ugab, inserito nello Skeleton Coast National Park. Il Central Namib compreso fra il fiume Ugab ed il fiume Kuseib, inserito nel Dorob National Park. Il Southern Namib tra il fiume Kuseib e la città di Luderitz inserito nel Namib Naukluft National Park.

Etimologia del nome: “NAMIB” in lingua Nama significa “luogo vasto desertico”.

Formazione affiorante: Sedimenti costieri prevalentemente sabbiosi (Southern Namib), pianure di ghiaia.

Età: Ultimi 2 milioni di anni – Quaternario (solo per il Southern Namib) – L’intero deserto del Namib è datato 80 milioni di anni (Cretaceo sup. – fine del Mesozoico inizio del Terziario).

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: La sabbia è costituita per il 90-95% da quarzo ed il restante 5-10% da mica, feldspati, granati, magnetite.

Flora associata: Melone Nara (Acanthosicyos horridus), erba del Namib (Stipagrostis sabulicola), Acacia Euriloba

Note particolarità: Deserto costiero. La colorazione rosso-arancio dipende da quanto si sono ossidati i granuli di quarzo, i quali sono avvolti da patine di ossidi ed idrossidi di Fe; più sono vecchi e più sono ossidati. Le dune più distanti dalla costa hanno le colorazioni arancio più intense ed arrivano a formare le dune a “stella”.

I fiumi che non raggiungono il mare hanno creato con i depositi più fini (“mud”) dei veri e propri “laghi asciutti bianchi” all’interno degli anfiteatri delle dune. La parola Sossusvlei in lingua Nama, significa infatti “Sussu” fiume cieco senza ritorno e “Vlei” pantano-acquitrino; la località si è formata a seguito dei depositi trasportati dal fiume Tsauchab in occasione degli eventi alluvionali.

Sito naturale dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità in data 21 giugno 2013.

 

  1. Sesriem Canyon

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Ubicazione: a 4 km da Sesriem Camp – Namib

Etimologia del nome: in lingua Afrikaans : “6 cinghie” che venivano unite ed utilizzate per calare i secchi per prendere acqua dal canyon per abbeverare il bestiame.

Formazione affiorante: Tsonab Sandstone Formation (Arenarie) e Karpenkliff Formation (Conglomerati)

Età: Terziario -Quaternario – da 20 a 2 milioni di anni fa

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: Conglomerati poligenici cementati ed arenarie quarzoso-feldaspatiche

Flora e fauna associate: Negli anfratti e nelle cavità delle pareti del canyon trovano rifugio e nidificano numerose specie di uccelli.

Note particolarità ll canyon di Sesriem è lungo circa un chilometro e profondo fino a 30 m. Il fiume Tsauchab, asciutto per gran parte dell’anno, lo ha scavato nella roccia sedimentaria nell’arco di un periodo di circa 15 milioni di anni. In alcuni tratti il canyon è stretto (fino a un minimo di 2 m); in questi punti si formano delle pozze d’acqua perenni, da cui gli animali abbeverarsi.

 

  1. Foresta Pietrificata

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Ubicazione: Damaraland – 45 km ad ovest di Khorixas.

Formazione affiorante: Gruppo dell’Ecca, deposti fluviali costituiti da sabbie cementate marroni a stratificazione incrociata.

Età: 270-280 milioni di anni fa (Permiano – Triassico).

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: Tronchi fossili pietrificati. Il materiale organico che costituiva i tronchi sepolti, ossia la cellulosa attraverso la circolazione di fluidi ricchi in silice è stata progressivamente sostituita da quarzo cristallino completando il processo di silicificazione e/o pietrificazione. Gli alberi, lunghi fino quasi ad una cinquantina di metri, appartengono al genere”Cordaites”, ormai estinto.

Flora associata: Welwitschia mirabilis, vari tipi di Euphorbia e Commiphora

Note particolarità: Sito dichiarato monumento nazionale nel 1950.

 

  1. Montagna Bruciata (“Burnt Mountain”)

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Ubicazione: Damaraland – a 12 km da Twyfelfontein

Formazione affiorante: Argilliti del Gruppo dell’Ecca

Età: 110-130 milioni di anni fa (Cretaceo)

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: Argillite – depositi lacustri ricchi in materiale organico.

Note particolarità: A causa dell’intrusione di magma, le argille ricche in materiale organico vennero cotte mentre successivi processi di ossidazione del ferro, manganese e altri minerali contenuti nei sedimenti, contribuirono a creare la varietà di colori: porpora, marrone, azzurro-grigio,nero.
Esempio di metamorfismo di contatto: si ha l’impressione di trovarsi davanti alle scorie residuate dopo un immenso calore.

 

  1. Canne d’organo (“Organ pipes”)

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Ubicazione: Damaraland – 13 km da Twyfelfontein

Formazione affiorante: Dicchi doleritici (Post Karoo)

Età: 125-130 milioni di anni fa (Cretaceo)

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: Dolerite colonnare o diabase sono rocce mafiche sub vulcaniche o filoniane, olocristalline a composizione mineralogica identica a quella dei gabbri (plagioclasio, pirosseno, biotite + come accessori ossidi ed olivina).

Note particolarità: la combinazione di spinte e solidificazione/cristallizzazione di roccia fusa e la successiva erosione hanno portato in affioramento bizzarre colonne di dolerite che effettivamente ricordano le canne di un organo da chiesa. La formazione affiorante in alcuni punti raggiunge i 5 m d’altezza.

 

  1. Twyfelfontein

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Ubicazione: Damaraland – 90 km ad ovest di Khorixas.

Etimologia del nome: in lingua Damara il nome è URI-AIS – “sorgente saltellante”; trattandosi di un bacino di accumulo sotterraneo con portata non costante, gli uomini bianchi non sempre trovavano la scaturigine di acqua pertanto denominarono il sito TWYFELFONTEIN che significa “sorgente dubbia”.

Formazione affiorante: Twyfelfontein Formation – Arenaria

Età: 180 milioni di anni fa – Giurassico inf. (Mesozoico).

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: Arenaria a colorazione marrone-arancio costituita da sabbie quarzifere medio-fini cementate.

Flora e fauna associate:

Note particolarità: Pitture rupestri e petroglifici della dinastia San attribuite alla tarda età della pietra fra i 6000 ed i 2000 a.C.. Sito culturale dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità in data 29 giugno 2007.

 

  1. Spritzkoppe

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Ubicazione: Damaraland – si trova fra Usakos e Swakopmund

Etimologia del nome: in afrikaans significa “cappello a punta”

Formazione affiorante: Damara Granites – Complesso Post Karoo

Età: 125-140 mlioni di anni fa – Cretaceo inf. (Mesozoico). Le formazioni rocciose attorno al plutone granitico sono datate all’incirca di 500 milioni di anni fa (Cambriano-Paleozoico); la massa granitica risalì e si inserì negli strati preesistenti circa 400 milioni di anni dopo la sua formazione.

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: Plutone granito olocristallino (quarzo, feldspato, plagioclasio, biotite, pirosseno come minerali principali). E’ considerato un INSELBERG, venuto alla luce a seguito di intensi fenomeni erosivi.

Note particolarità: Dopo Uluru in Australia è il secondo più grande monolito del mondo. Viene definito il “Cervino” della Namibia. La vetta tocca i 1.784 m s.l.m.m.

 

  1. “Moon Landscape”

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Ubicazione: Damaraland – inizia appena a nord-ovest della città di Swakopmund

Etimologia del nome: Valle della Luna

Formazione affiorante: Damara Sequence

Età: dai 540 (Damara Granite) ai 120 (Dicchi di Dolerite) milioni di anni

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: affioramenti di graniti, doleriti, marmi, e mica-scisti.

Flora e fauna associate: Welwitschia mirabilis, vari tipi di Euphorbia

Note particolarità: L’attuale paesaggio è stato modellato dai fenomeni erosivi generati dal Fiume Swakop negli ultimi 2 milioni di anni.

 

  1. Fish River Canyon

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Ubicazione: Sud della Namibia

Etimologia del nome: in lingua

Formazione affiorante: Nama Sediments e Namaqualand Metamorfix Compex (Basament)

Età: da 300 milioni a 1,5 miliardi di anni fa

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: rocce metamorfiche con intrusioni di dicchi doleritici alla base, passanti con una discontinuità stratigrafica a rocce sedimentarie (quarziti, dolomie e conglomerati).

Flora e fauna associate: si trovano molti esemplari di Aloe dichotoma,o albero faretra. Nel canyon vivono numerose specie di mammiferi: kudu, saltarupi (klipspinger), raficeri, springbok, zebre di Hartman, leopardi, babbuini, iraci del Capo, e numerose specie di roditori. Fra gli uccelli si possono avvistare: aquile nere, aquile pescatrici, diverse specie di martin pescatore, avvoltoi, pellicani, aironi e struzzi. I rettili includono diverse specie di lucertole, gechi, cobra del Capo, cobra neri sputatori, vipere soffianti e vipere cornute. Nelle pozze naturali formate dal Fish River si trovano alcune specie di pesci gatto.

Nel 1962 il canyon è stato protetto come monumento nazionale e nel 1969 l’intera area è diventata Parco Nazionale.

Note particolarità: È secondo per dimensioni solo al Grand Canyon in Nordamerica. Si sviluppa per una lunghezza di 160 Km, con una larghezza che arriva fino a 27 km e una profondità massima di 550 m.

Il canyon ebbe origine da un evento tellurico, e nell’arco di 650 milioni di anni fu modellato da fenomeni erosivi. Il responsabile di questi fenomeni è il fiume Fish River, che un tempo aveva portate decisamente superiori a quelle odierne.

 

  1. Otjihaenamaparero – Impronte dei dinosauri

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Ubicazione: Fattoria di Otjihaenamaparero a sud di Otjiwarongo nel complesso del monte Etjo.

Formazione affiorante: Arenaria di Etjo

Età: ca 180-200 milioni di anni fa – Triassico

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: tracce fossili di dinosauri

 

  1. Hoba Meteorite

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Ubicazione: Fattoria di Hoba West vicino a Grootfontein, nella regione di Otjozondjupa

Etimologia del nome: deriva dal nome della fattoria in cui è stata ritrovata.

Formazione affiorante: L’impatto è avvenuto sulla formazione delle dolomie e calcari di Otavi. Non sono state rilevate strutture da impatto.

Età: 80.000 anni fa (Quaternario) la caduta; tra i 190 ed i 410 milioni di anni (Paleozoico-Mesozoico) l’età di formazione del meteorite.

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: La composizione della meteorite è 82,4% ferro, 16,4 % nichel e 0,76% cobalto. Altri elementi che si ritrovano in tracce sono: carbonio, zolfo, cromo, rame, gallio, germanio e iridio. Sulla superficie si trovano incrostazioni di idrossido di ferro. Strutturalmente è classificata come una meteorite ferrosa del tipo atassite ad alto tenore in Ni. Contiene anche rari minerali quali: schreibersite, troilite e daubreelite.

La meteorite al momento del ritrovamento aveva la forma di una lastra di metallo larga 2,95 x 2,84 m, dello spessore compreso fra 120 e 75 cm e dal peso originale di 66 tonnellate. In seguito a fenomeni erosivi, campionamenti a scopo scientifico e vandalismi, pur avendo mantenuto la forma pressoché originaria, oggi il suo peso si è ridotto a circa 60 tonnellate.

Note particolarità: Si ritiene che sia caduta al suolo esattamente nel luogo dove si trova oggi, più di 80.000 anni fa. La meteorite fu scoperta ai primi del XX secolo dal proprietario della fattoria di Hoba West, Michael Hanssen. Nel marzo del 1955 la meteorite è stata dichiarata monumento nazionale della Namibia (allora Africa del Sud-Ovest).

È il meteorite ferroso più grande che sia mai stato trovato sulla Terra. Gli scienziati non hanno ancora capito perché, nonostante le sue misure, il meteorite non abbia lasciato un cratere d’impatto. Secondo molti, la combinazione della sua forma e della composizione atmosferica avrebbero rallentato molto la velocità di caduta di Hoba.

 

  1. Etosha Pan

Ubicazione: Nella parte settentrionale della Namibia, poco a nord delle città di Otjo e Kamanjab. Il Parco nazionale d’Etosha (Etosha National Park) ha attualmente un’estensione complessiva di 22.900 km². L’area del Pan ricopre circa il 25% del territorio del Parco.

Etimologia del nome: Nel linguaggio della tribù Ovambo, Etosha significa ‘posto grande bianco’.

Formazione affiorante: Depositi evaporitici recenti. La parte centrale del parco è costituita dall’Etosha Pan, una depressione salina di ca 4600-5000 km² (circa 120 km di lunghezza e 50 km di larghezza nel punto più ampio). Si ritiene che fino a circa 3 milioni di anni fa quest’area fosse un lago poco profondo, alimentato dal fiume Kunene; in seguito a sollevamenti tettonici il Kunene progressivamente mutò il proprio corso, e la zona si trasformò in un semi-deserto. Durante la stagione delle piogge, il Pan viene talvolta inondato dalle acque dei fiumi Oshana e Omiramba. Durante la stagione secca, il Pan torna ad assumere le caratteristiche di un deserto; il suolo ricoperto da cristalli di sale, screpolato dal sole, assume il colore bianco intenso da cui deriva il nome “Etosha”.

Età: Quaternario, ha assunto l’attuale conformazione a partire dagli ultimi 35000 anni, quando il Kunene ha deviato il proprio corso.

Caratteristiche litologiche-mineralogiche-petrografiche: crosta biancastra formata principalmente da cristalli di salgemma e fluoriti.

Flora e fauna associate: Il parco conta circa 114 specie di mammiferi, 340 specie di uccelli, 110 specie di rettili, 16 specie di anfibi e 1 specie di pesci (fino a 49 specie di pesci durante le piene).

L’area del Pan è quasi completamente priva di vegetazione, fatta eccezione per alcune specie erbacee adatte alla salinità quali la Sporobolus salsus, ricca di proteine e gradita a zebre ed antilopi.

Note particolarità: Il parco fu fondato nel 1907, epoca in cui la Namibia era ancora una colonia tedesca col nome di Africa Tedesca del Sud-Ovest. Con un’area di 100.000 km², il parco era all’epoca la più grande riserva faunistica del mondo. Negli anni sessanta il parco venne progressivamente ridimensionato, fino a raggiungere l’attuale estensione.

L’enorme varietà di fauna deriva dalla presenza, in questo ambiente così ostile, dalla presenza di sorgenti naturali di acqua che generano anche nella stagione secca pozze di acqua.

testo di Sergio Crocetti

 

Nota 1: La teoria della “Tettonica a placche” fornisce una spiegazione razionale, supportata naturalmente da dati scientifici (geologici, paleoclimatici, paleontologici, paleomagnetici etc.), a tali movimenti a cui sono soggette le varie zolle (o placche) – vedi fig.3. Secondo questa teoria dobbiamo immaginarci che la superficie terrestre sia costituita da un grande mosaico, le cui tessere, ossia le placche tettoniche, sono in continuo movimento, sotto la spinta di forze astenosferiche interne alla Terra . Dal momento che ciascuna placca possiede una propria direzione e velocità di movimento, ne deriva che in alcune porzioni della Terra si verificano collisioni o allontanamenti o scorrimenti laterali. Ogni placca quindi è delimitata da una combinazione di margini che possono essere di tre tipi: Costruttivi, lungo le dorsali oceaniche, lungo le quali si forma nuova litosfera; Distruttivi, le così dette fosse oceaniche, lungo le quali la litosfera viene distrutta da nel processo di subduzione; Conservativi, lungo le faglie trasformi, dove i lembi di litosfera scorrono l’uno accanto all’altro, ma con velocità o direzioni diverse.

 

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