Il mare di sabbia della Namibia

Sono gli spiriti trasformati in polvere, che scalpitano per il dolore e scuotono ogni granello per farsi udire dai vivi. È la voce dei defunti rimasti intrappolati sulla costa degli Scheletri, che viene dalle dune e si trasforma in un rombo e sale assieme al vento, trasportando le anime in una breve illusione di libertà, in un infinito peregrinare nel deserto.
Lo zoccolo arriva a poggiarsi con decisione in cima all’alta duna rossa, il capo fiero dei due scettri lunghi e appuntiti posati sulla testa e che bucherebbero le nuvole, se solo ce ne fossero. L’orice ha indossato la sua maschera di potere, gli segna il muso di nero e gli copre lo sguardo rendendolo imperscrutabile. È il re e guardiano delle anime, cui la morte ha donato i segreti della vita nel deserto, lasciandolo solo tra le sabbie accese.
La Luna è più grande in mezzo al vuoto e sadica osserva i nuovi esseri partoriti sulla costa, venuti dal mare. Giacciono spaventati in attesa della mammella, senza vedere che attorno si aggira nervosamente lo sciacallo ammantato di una gualdrappa scura, che approfitta dei favori della Luna spettatrice. L’odore si fa più nauseabondo, l’angoscia cresce, sale l’urlo di migliaia di otarie, fratelli, padri e sorelle piangenti ad implorare inutile pietà.
Il vapore frattanto condensa, diventando un velo bianco posato come dono caritatevole dalla madre divina, che cerca così di offrire un po’ di ristoro agli spiriti vagabondi della sabbia. Sotto la velata protezione, il crepitare delle dune si placa e la luce bianca della terribile Luna si ovatta, lasciando i pochi esseri venire allo scoperto strisciando, saltando e rotolando.
Una ruota di carro sprofonda per metà nella sabbia, poco oltre le costole di buoi vigorosi. Tentano di raggiungere l’est, superando il deserto, sfuggendo dal mare gelido e rabbioso, che ha distrutto un così solido vascello. La grande acqua sotto gli occhi non può lenire l’arsura e le dune nel Namib sono senza fine e di continuo spostate dagli spiriti inquieti.
La grande antilope infine giunge, riflettendo la luce notturna col suo manto chiaro, toglie la regale maschera e posa il suo sguardo nero sui naufraghi e le bestie. Gli spiriti sono sopiti, ma in ascolto attendono nuova polvere.
Sulla costa degli Scheletri la morte comanda e la vita tutt’attorno le si inchina, eppure continua fingendosi assente.
Alessandra Laricchia
Namibia_ocean_otarie

Otarie a Cape Cross – Namibia

Comments
4 Responses to “Il mare di sabbia della Namibia”
  1. cordialdo ha detto:

    Sembra un racconto di fantasia invece è cronaca di vita vissuta!

  2. tramedipensieri ha detto:

    Che bellezza, racconto da fiaba. Il paesaggio è stupendo e quanto vita c’è attorno ad un “granello” di sabbia.

    ciao
    .marta

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