Namibia, viaggio nella memoria primordiale, partendo da Napoli

“Forse è questo il mal d’Africa, di cui tanto si parla, questo bisogno di autenticità, senza troppe mediazioni, questo bisogno di sentire la vita sulla pelle, senza troppe protezioni”, commenta Luca Sorbo, curatore della mostra fotografica “Namibia. Viaggio nella memoria primordiale” del fotografo Marco Menduni, fino al 19 aprile al PAN di Napoli.
Gli scatti esposti raccontano di vite umane che seguono riti immodificati da millenni in un ambiente rimasto intatto, autentico e quindi di una bellezza disarmante. Una primordialità di luoghi e popoli che la Namibia conserva ancora.
Marco Menduni ha l’animo e la sensibilità del fotografo che ama approfondire e indagare con gentilezza le vite delle genti, con rispetto usa l’obiettivo per scavare nel quotidiano, nei riti e gestualità degli Himba e dei San (anche chiamati Boscimani).
I primi sono un popolo di pastori seminomadi, che manifesta la propria unicità con la fierezza e l’attenzione nella decorazione dei corpi. I Boscimani, invece, sono in assoluto tra i popoli più antichi del pianeta e con una filosofia olistica che li conduce ad un grandissimo rispetto per la natura e l’universo circostante.
“La possibilità di fotografare questi popoli, i loro arnesi, abiti, usanze ed i loro stessi volti, è stato come compiere un enorme balzo all’indietro nel tempo”, spiega Marco Menduni. “Osservare le loro tecniche di caccia, le modalità di accensione del fuoco o assistere alle loro danze, accompagnate da canti semplici e ritmici, è un’ esperienza che mette in contatto con la propria sfera più primitiva ed ancestrale. Un viaggio nella propria memoria emotiva. Osservare questi popoli, in definitiva, è come osservare se stessi, migliaia di anni fa.“

Marco Menduni e Alessandra Laricchia