La Namibia riparte aprendo al turismo

A partire da lunedì 3 agosto la Namibia ha riaperto le sue frontiere ai turisti per dare impulso all’economia del paese.
Geingob, il presidente, aveva fissato la metà di luglio come inizio di un periodo di prova per riaprire al turismo, purtroppo l’aumento dei casi di Covid-19 aveva bloccato il progetto. Dopo attente interlocuzioni con gli stakeholders e con i ministri dell’economia e della salute, si è poi deciso di far ripartire il paese proprio con il turismo, settore chiave, che rappresenta oltre l’11% del PIL.
Dal 3 agosto i turisti stranieri che arrivano in Namibia devono presentare un test Polymerase Chain Reaction (PCR) al Coronavirus negativo realizzato fino ad un massimo di 72 ore prima dell’arrivo. Diversamente da quanto previsto in precedenza, i turisti non sono obbligati ad una quarantena obbligatoria, ma devono comunque rimanere nella loro prima destinazione iniziale nel paese per un periodo di sette giorni. Durante questo periodo verrà effettuato un test Covid-19 e se il risultato è negativo, dal settimo giorno il turista potrà spostarsi liberamente nel paese.
La Namibia così diventa uno dei primi paesi al mondo a riaprire le proprie frontiere al turismo, consapevole che con nemmeno 2,5 milioni di abitanti ed un territorio vasto circa tre volte l’Italia, rimane una destinazione di per sé perfetta per il distanziamento sociale. Nonostante si stia attraversando un picco di Covid-19 e si sia alla fine della stagione invernale, quella più favorevole alla pandemia, i casi registrati ad oggi ammontano a soli 2.470 positivi e 12 decessi, con uno screening intensissimo nelle aree cittadine e più densamente popolate del paese.
Il settore turistico dà lavoro a oltre 100.000 persone e il periodo attuale coincide normalmente con l’alta stagione (giugno-ottobre). È per questo motivo che il presidente Geingob ha dichiarato che “Siamo impegnati a salvare i mezzi di sussistenza delle persone”. Purtroppo, la situazione di precarietà sta mettendo in ginocchio intere fasce di popolazione che direttamente o indirettamente sono legati al turismo e iniziano esprimere malcontento con proteste.
Nel frattempo, sempre al fine del contenimento della pandemia, le scuole, dall’asilo fino ai primi due anni delle superiori, sono state nuovamente chiuse e la limitazione agli assembramenti è scesa da 250 a 100 persone. È inoltre vietato il consumo di alcol nei luoghi pubblici.
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