I Cerchi delle Fate della Namibia non sono più un mistero. Quando la scienza riesce a superare la fantasia.

“Cosa sono quei cerchi sulla sabbia?” Me l’avranno chiesto centinaia di volte i miei ospiti in Namibia. Ed io costretta a barcamenarmi tra leggende fantastiche di impronte di dei, vorticosi balli di fate stile dervisci e soffi di draghi avvelenati. Sebbene io ami di più l’aspetto magico, una spiegazione più ammissibile mi avrebbe fatto comodo per illustrare quegli strani segni sul terreno del deserto del Namib che lo rendono a pois.
Ma da oggi il mio imbarazzo svanisce, così forse come le meravigliose leggende…

I cerchi rossi frangiati di erba disposti in schemi a nido d’ape ed ampi fino a 25 metri, da tempo un mistero allo studio degli scienziati, potrebbero essere stati spiegati grazie allo studio “A theoretical foundation for multi-scale regular vegetation patterns” pubblicato su Nature e al quale hanno contribuito ricercatori statunitensi, scozzesi, israeliani e kenyani.

I “fairy circles”, cerchi delle fate della Namibia, potrebbero essere il prodotto dell’ingegneria delle termiti e dell’auto-organizzazione della vegetazione, assieme corresponsabili del fenomeno.

In precedenza alcuni studiosi sostenevano che fossero solo le termiti a creare questi modelli di vegetazione regolare. Così gli ecologisti della Princeton University, che assieme ai ricercatori della Strathclyde hanno realizzato lo studio, hanno prodotto delle simulazioni per verificare l’impatto sulle erbe del deserto da parte delle termiti che costruiscono colonie sotterranee. Le termiti della sabbia del Namib mangiano le radici della bassa vegetazione sui loro cumuli per aumentare l’umidità, che è essenziale per la sopravvivenza degli insetti in ambienti asciutti, creando così il cerchio nudo. La vegetazione attorno al tumulo sfrutta questo accumulo di acqua per crescere e questa vegetazione più alta forma il cerchio. La ripetizione periodica del modello è il risultato delle diverse colonie di termiti concorrenti una accanto all’altra.

  
Nelle simulazioni, le zone di erbe morte sono confinanti con zone create da colonie vicine di dimensioni simili. “Se trovano una colonia più piccola, semplicemente la uccidono ed espandono il proprio territorio. Ma se si imbattono in una colonia che è di circa la stessa dimensione non possono farlo e si creaun confine di conflitto permanente” ha dichiarato Corina Tarnita di Princeton. 

Ma le termiti non spiegato completamente lo schema. Tarnita ha quindi costruito un modello computerizzato che simulava sia le belligeranti termiti sotterranee, sia la naturale competizione delle erbacee del deserto. Se una pianta si radica nel deserto, può fornire umidità ed ombra alle altre nelle vicinanze, divenendo quindi un aiuto. Tuttavia, quando la pianta cresce, le sue radici si sviluppano e ramificano per reperire sempre più acqua, rendendo più difficile per le piante più lontane trovare l’acqua necessaria alla sopravvivenza.

Ecco spiegati i piccoli ciuffi di vegetazione negli spazi tra i cerchi delle fate.”Nella simulazione, oltre al modello delle colonie, si può notare il più piccolo modello dell’auto-organizzazione delle piante in risposta alle esigenze d’acqua”, ha spiegato Tarnita, “dimostrando che i fairy circles possono effettivamente derivare dalla stretta interazione tra le termiti e la vegetazione, che facilita la loro sopravvivenza reciproca, ricordandoci il delicato equilibrio delle interazioni necessarie per sostenere gli ecosistemi“.

E così la prossima volta che mi chiederanno “Cosa sono quei cerchi sulla sabbia?”, io proverò un sussulto, ripensando a tutte quelle favole di fate e draghi, ma dovrò razionalmente attenermi alla scienza , che in questo caso è andata davvero oltre l’immaginazione…terribili termiti in lotta per il territorio, erbe a duello per l’ultima goccia d’acqua del Namib, confini e sodalizi tra tra ciuffi ingialliti al sole ed insetti sotterranei, equilibri geopolitici a noi sconosciuti. E non è una storia che si ferma ai confini del deserto del Namib…nel 2014 gli scienziati hanno dichiarato di aver avvistato dei cerchi delle fate anche nella regione di Pilbara dell’Australia occidentale.

Comments
One Response to “I Cerchi delle Fate della Namibia non sono più un mistero. Quando la scienza riesce a superare la fantasia.”
  1. tramedipensieri ha detto:

    Che affascinante questo fenomeno…la natura pensa a tutto e tutto ha un suo perché …
    Grazie
    Ciao
    .marta

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