L’ANGOLA RIPARTE DA STRADE, PORTI E FERROVIE

Il settore delle infrastrutture e dei trasporti è al centro del piano di sviluppo del Governo di Luanda che punta a trasformare il Paese in hub logistico dell’Africa meridionale.

Diversificazione economica, attrazione di capitali internazionali e creazione di partenariati pubblico-privati sono alcuni degli obiettivi del Governo dell’Angola che, attraverso un vasto programma di investimenti nel settore delle infrastrutture e dei trasporti, punta a trasformare il Paese nella piattaforma logistica dell’Africa australe. Il Ministero dei Trasporti angolano ha già avviato contatti con gli Stati confinanti per la definizione di accordi di carattere ferroviario, aereo, stradale e marittimo e le Autorità – con l’assistenza tecnica dello ‘United Nations Development Program’ (UNDP) – sono già a lavoro per l’elaborazione del nuovo ‘Piano Nazionale di Sviluppo 2018-2022’.

Sul fronte ferroviario le linee attualmente in funzione si sviluppano lungo tre assi ovest-est (dalla costa all’interno): il primo parte dalla capitale Luanda e arriva fino a Malanje, nel nord del Paese, per 479 chilometri; il secondo, passando per Huambo, collega i comuni di Benguela e Lobito e si dirama verso la Repubblica Democratica del Congo e lo Zambia per 1.344 chilometri. Il terzo asse, infine, parte dalla città meridionale di Mocamedes e raggiunge la provincia di Cuando Cubango – tra Namibia e Zambia – per 950chilometri.

Nel lungo periodo, però, il Governo punta a costruire una rete capillare in grado di coprire l’intero territorio angolano, integrando le direttrici esistenti con la costruzione di tre nuove linee sull’asse nord-sud. La prima sarà a occidente, lungo la costa, e collegherà Luanda, Lobito e Mocademes; la seconda, al centro del Paese, sorgerà sull’asse Malanje-Huambo e la terza unirà le principali città dell’area orientale. L’Angola è impegnata anche in un piano di ammodernamento e adeguamento che coinvolge i principali aeroporti del Paese.

Tra le opere principali è in fase di costruzione il nuovo Aeroporto Internazionale di Luanda, 40 chilometri a sud-est della capitale, che sarà completato entro la fine di quest’anno e diventerà operativo a partire dal 2018. La struttura, il cui costo ha toccato i 6,3 miliardi di dollari, sarà in grado di accogliere 13 milioni persone all’anno, ospiterà un terminal passeggeri di 160.000 metri quadri e uno cargo di 6.200 metri quadri per una capacità di carico annua pari a 35mila tonnellate. Le piste saranno due: quella settentrionale lunga 4.200 metri e quella meridionale che si estenderà per 3.800 metri.

Infine, per quanto riguarda il traffico aereo interno, data l’inadeguatezza dei velivoli B-737 utilizzati dalla compagnia di bandiera angolana Taag per i voli a corto raggio, il Governo ha avviato le procedure per l’acquisto di nuovi aerei.

Numerosi interventi riguardano, inoltre, la costruzione e ristrutturazione delle infrastrutture stradali di varie città del Paese. Tra le opere già avviate o in fase di progettazione spiccano la costruzione del raccordo anulare di Cabinda; la ristrutturazione della rete stradale della provincia – che è un’enclave separata dal resto del Paese da un tratto di territorio appartenente alla Repubblica Democratica del Congo – e il completamento dell’autostrada di 250 chilometri tra Nzeto e Soyo, nella provincia settentrionale dello Zaire.

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I principali indicatori macroeconomici dell’Angola

Altri progetti prevedono la realizzazione del corridoio Luanda- Luau, che si incrocerà con la ferrovia Benguela-Katanga; la costruzione di due diramazioni verso nord, per le provincie di Lunda Norte e Lunda Sul, e il completamento del tratto litoraneo di 500 chilometri da Luanda a Benguela. Sono in programma, infine, la ricostruzione della strada tra Maria Teresa (provincia di Bengo) e Dondo (provincia di Kwanza Norte) e la ristrutturazione del tratto di 400 chilometri tra Alto Dondo e Huambo.

Anche la capitale è al centro di un programma di sviluppo della rete stradale che punta ad alleggerire e velocizzare il traffico, in particolare sulle arterie di accesso alla città da nord, sud ed est (per consentire l’accesso al nuovo aeroporto). Sul fronte del trasporto urbano il Governo si sta impegnando per rivitalizzare il progetto ‘Bus Rapid Transit’, che prevede l’introduzione di due linee di autobus – 200 nuovi mezzi – su un percorso di 53 chilometri intorno a Luanda. Il progetto per la costruzione di una metropolitana urbana leggera di superficie sembra invece bloccato, dal momento che il Paese non sarebbe in grado di assicurare la produzione dell’energia elettrica necessaria al suo funzionamento.

Per quanto riguarda i settori marittimo e logistico, l’obiettivo del Governo è quello di sviluppare i terminal già esistenti e migliorare le attrezzature nell’ottica di un sistema di trasporti integrato, che comprenda la rete ferroviaria e quella stradale. Nel dettaglio, il Paese punta a realizzare 44 infrastrutture logistiche interconnesse, sul modello degli interporti italiani. Di particolare interesse, è il progetto per la creazione di una ‘Rede de Cabotagem Regiao Norte’, una linea per il trasporto marittimo di passeggeri tra Cabinda – che non può essere raggiunta via terra senza attraversare la Repubblica Democratica del Congo – Soyo e Luanda. I porti al centro dei progetti in programma nei prossimi cinque anni sono: il nuovo terminal di Luanda, che sorgerà a nord della capitale nella municipalità di Dande, e quello di Porto Amboim, situato tra Luanda e Benguela. Per il 2018 è inoltre previsto il completamento della prima fase dei lavori di costruzione del porto di Caio, il primo scalo di acque profonde dell’Angola, che sorgerà nella regione di Cabinda e creerà circa 30mila posti di lavoro. La bocca del porto sarà larga circa 180 metri e la profondità raggiungerà i 15 metri. Una volta completato, il terminal sarà in grado di accogliere circa 60 nuovi container ogni ora.

Fonte: Diplomazia Economica Italiana, giugno 2017

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