Namibia: coronavirus e piani di riapertura

La situazione in Namibia continua ad essere tranquilla. Con 40 casi confermati, di cui 19 guariti e zero morti, il paese può considerarsi quasi graziato dal Coronavirus.
Certamente il lockdown tempestivo attuato dal Governo sin dagli albori della pandemia, pochissimi giorni dopo quello italiano, pur non avendo casi locali, ma solo infetti provenienti dall’estero, ha aiutato tantissimo a mettersi al sicuro dal diffondersi del contagio. In questo modo si è evitata la circolazione soprattutto col confinante Sudafrica, che purtroppo continua avere un crescente numero di casi.
Ulteriore misura preventiva è stata di imporre nuovamente in lockdown stretto, cosiddetta fase 1, alla zona costiera di Walvis Bay e Swakopmund, dopo che si sono accertati nuovi casi, stavolta non provenienti dall’estero, ma di trasmissione locale.
I sacrifici economici per la popolazione sono stati e sono tuttora pesantissimi. La chiusura di negozi e aziende in fase 1 e il divieto di circolazione ha ridotto drasticamente le possibilità di lavoro, ancor più per tutta la grande fascia di popolazione che sopravvive di lavoro informale. Pensate solo a tutte le governanti, giardinieri, artigiani, possessori di bancarelle e tassisti che hanno perso da un giorno all’altro la principale, se non l’unica, fonte di reddito. Inoltre, molte di queste persone non hanno una vera e propria casa, ma vivono spesso insieme a tanti altri componenti della famiglia in un’unica camera. Stessi problemi per la scuola da remoto, non tutti posseggono computer o tablet e pochissimi una connessione wifi.
Il settore del turismo, inoltre, è allo stremo e si teme che molte delle attività non riusciranno a riprendersi facilmente. Anche qui ovviamente ci sono stati tagli all’occupazione, cosa che potrebbe portare ad un aumento del bracconaggio nelle aree rurali in cui il turismo è uno dei pochissimi sbocchi lavorativi. Per cercare di far fronte alla mancanza di turismo internazionale si sta puntando su quello locale con promozioni speciali accattivanti e lo slogan “local is lekker!” (locale è buono!). Naturalmente le possibilità di spesa e i numeri non sono paragonabili ai fatturati generati dagli europei e americani.
In Africa Australe si è in piena stagione invernale e l’abbassamento delle temperature potrebbe portare tra qualche settimana ad un aumento di casi di Coronavirus. È per questo motivo che il governo namibiano sta attuando tutte le misure preventive necessarie per evitare l’aumento di casi. L’intera comunità internazionale è stretta attorno alla Namibia per fare in modo che il paese continui a mantenere un bassissimo livello di contagio, divenendo così un’area covid-free strategica all’interno del continente africano.
Il piano di riapertura delle frontiere è ancora incerto, così come è ancora indefinita la data di riapertura del turismo e dei voli intercontinentali. Di certo si sta lavorando per superare il mese di giugno, normalmente periodo con picco del freddo, indenni, in modo da poter sperare di riattivare aeroporti, turismo ed economia entro agosto o settembre.
Intanto si aspetta fiduciosi, ci si disinfetta e rileva la temperatura corporea all’ingresso di ogni ufficio e negozio, si usano mascherine fatte di colorate stoffe africane e ci si gode la natura più intatta di prima, perché rigenerata da mesi di assenza umana.
Molto interessante! Si spera che la situazione continui ad essere sotto controllo.