La Namibia apre l’aeroporto internazionale dal 1 settembre

Martedì 1 settembre scocca l’ora x per la riapertura dell’aeroporto internazionale Hosea Kutako di Windhoek. Sarà l’unico aeroporto della nazione a riaprire e sarà destinato ai turisti.
La decisione è stata presa dal governo namibiano per dare linfa all’industria del turismo del paese, che rappresenta circa il 15% del PIL e il maggior comparto in termini occupazionali. La riapertura, inizialmente prevista per luglio, è stata spostata fino a settembre a causa del crescente numero di casi Covid-19.
L’ingresso prevedere comunque regole molto rigide: sarà necessario presentare un test PCR negativo, non più vecchio di 72 ore, prima di salire sull’aereo; la temperatura dei passeggeri sarà controllata prima dell’imbarco e quelli con temperature superiori a 38 gradi Celsius dovranno sottoporsi alla necessaria valutazione e al test Covid-19 prima di poter salire a bordo.
All’arrivo all’aeroporto Hosea Kutako, unico accesso al paese per gli stranieri, i viaggiatori sintomatici con temperatura corporea pari o superiore a 38 gradi Celsius verranno testati per il Covid-19 e isolati in strutture specifiche designate dal ministero della salute fino a quando i risultati non saranno negativi.
Altri requisiti di ingresso includono la compilazione di un questionario epidemiologico e un’assicurazione di viaggio che copra l’assistenza medica o un soggiorno imprevisto in hotel.
Inoltre, tutti i viaggiatori saranno tenuti a soggiornare per sette giorni presso la loro prima struttura turistica di prenotazione, che deve essere debitamente registrata presso il Namibia Tourism Board e certificata dal Ministero della salute secondo i protocolli per il COVID-19. I turisti sono tenuti a procedere direttamente al loro primo alloggio dall’aeroporto e non sono consentiti pernottamenti o scali. Infine, sempre presso la prima struttura, il quinto giorno del soggiorno saranno testati e i risultati del test verranno forniti entro il settimo giorno, dopodiché il turista potrà proseguire con il proprio itinerario se i risultati saranno negativi. Se il risultato è positivo, il turista verrà portato in una struttura di isolamento.
Per quanto il guarda la Namibia in generale, il tasso di infezione continua ad accelerare e ad oggi la Namibia ha registrato 6.906 casi confermati di COVID-19 e 65 decessi. “Ci sono voluti 4 mesi per registrare i primi mille casi nel paese e 6 giorni per arrivare a 4.000”, ha dichiarato il presidente Hage Geingob, “Con un ritmo che impiega in media 3 giorni per registrare un migliaio di nuovi casi”.
Al momento, a seguito di investimenti significativi, la capacità di testare consente una media di 1.160 campioni al giorno presso i laboratori locali, e si attendono ulteriori rafforzamenti in questo settore. La Namibia finora ha testato 21 persone ogni mille, una tra le più alte coperture di test del continente, superata solo da Sud Africa e Ruanda.
Per affrontare la pandemia, inoltre, la Namibia si è dotata di una grossa scorta di “REMDESIVIR”, un farmaco in questo momento considerato tra i più efficaci.
A causa dell’incremento dei casi, il Pease rimane in livello d’emergenza 3 ed il coprifuoco dalle ore 20.00 alle 5.00 è esteso a tutta la nazione fino al 12 settembre. Per la regione di Khomas restano in vigore restrizioni di viaggio che vietano l’uscita e l’ingresso nelle aree della città di Windhoek, Okahandja e Rehoboth. Per la regione di Erongo, invece, la restrizione ai viaggi in entrata e in uscita nelle aree di Walvis Bay, Swakopmund e Arandis è revocata e i cittadini possono viaggiare in altre aree del paese, ad eccezione di Windhoek.
Le riunioni pubbliche rimangono limitate a un massimo di 10 persone in tutto il paese.
Scuole e università sono aperte per le lezioni e asili e le primarie fino al 9 grado riapriranno il 7 settembre.