La Namibia apre al turismo e toglie la quarantena

L’annuncio è di poche ore fa. Il ministro del turismo Pohamba Shifeta ha aperto definitivamente il paese al turismo.
È dal 1 settembre che l’aeroporto internazionale Hosea Kutako di Windhoek è ufficialmente pronto ad accogliere i viaggiatori da tutto il mondo, eppure nessuno è sbarcato. La regola Covid-19 fissata dal governo, che imponeva un soggiorno minimo di 7 giorni presso il primo alloggio, era davvero troppo restrittiva.
Con il comunicato di oggi, però, le possibilità di accogliere i turisti in Namibia sono davvero aumentate. Non sarà infatti più necessario rimanere una settimana bloccati nello stesso albergo o alloggio, ma si potrà viaggiare liberamente per il magnifico paese dell’Africa Australe semplicemente avendo un test PCR negativo, non più vecchio di 72 ore e controllando la temperatura corporea prima di poter salire a bordo del velivolo diretto a Windhoek.
Unici accorgimenti da rispettare: il distanziamento sociale, che naturalmente si rispetta in un luogo ove la densità abitativa è tra le più basse al mondo, e un tampone da eseguire al quinto giorno di permanenza nel paese.
Se il turista intende trascorrere meno di cinque giorni presso la prima struttura prenotata, potrà procedere alla destinazione successiva. Tuttavia, il quinto giorno, il turista deve essere disponibile per il tampone ovunque si trovi (anche presso gli ambulatori dei villaggi) e si deve rendere reperibile il settimo giorno per ricevere i risultati del tampone.
Se l’esito è negativo, il turista è liberato da ogni sorveglianza. In caso di esito positivo, il turista sarà condotto presso le strutture di isolamento individuate dal Ministero della Salute e curato a proprie spese e secondo le linee guida nazionali Covid-19.
Le compagnie aeree stanno riattivando le connessioni: Ethiopian Airlines ha annunciato che riprenderà i voli per la Namibia l’11 settembre, Lufthansa Group introdurrà voli per la Namibia a partire dal 19 settembre e Air Namibia indicherà presto le nuove date.
La soluzione proposta è stata a lungo dibattuta da una commissione per riuscire a contemperare le esigenze di salute e sicurezza con quelle delle finanze, dell’ambiente e del turismo.
L’industria del turismo da febbraio in avanti ha subito continue cancellazioni da parte del pubblico internazionale con una perdita stimata di prenotazioni di 115,7 milioni di dollari namibiani dal paese, circa 6 milioni di euro solo nell’ultimo segmento di stagione. Cifre che hanno avuto un impatto negativo diretto sul flusso di cassa delle imprese del comparto e che hanno comportato ulteriori tagli salariali e/o riduzioni delle spese.
La Namibia quindi è pronta e determinata ad accogliere nuovamente il turismo internazionale, con la consapevolezza che i suoi deserti e savane infinite potrebbero fare davvero la differenza rispetto agli altri paesi della regione meno organizzati dal punto di vista sanitario. Non è sforzo da poco, infatti, provvedere a che ogni piccola struttura sanitaria, anche nelle zone remote del Caprivi/Zambezi o Kunene, abbia a disposizione i test Covid-19 per i turisti in cerca di natura incontaminata.
Perché non cogliere inoltre l’opportunità di tariffe aeree davvero vantaggiose e la proverbiale accoglienza namibiana che sarà ancora più calorosa per gli stranieri che con la loro presenza faranno riaprire i battenti a tante attività economiche, cui molte, ricordo, contribuiscono di molto alla conservazione della fauna e della flora in ecosistemi estremamente fragili.