Kenya, al rogo la più grande riserva di avorio: guerra ai bracconieri

105 tonnellate di avorio, 16 mila zanne, confiscate al mercato illegale, e una tonnellata e mezza di corna, appartenute a 340 rinoceronti: un tesoro dato alle fiamme nel Nairobi National Park, in Kenya.
Il più grande rogo di avorio nella storia della lotta contro il bracconaggio si è svolto sabato 30 aprile alla presenza del presidente del Kenya, Uluru Kenyatta e con il supporto di diverse organizzazioni, tra cui il Kenya Wildlife Service (KWS), l’Africa Wildlife Foundation, Stop Ivory e Save The Elephants e molte altre organizzazioni. Tra gli ospiti anche Angelina Jolie, Brad Pitt e Nicole Kidman.
Un segnale forte, impossibile da ignorare, e che vuole portare gli occhi del mondo su una mostruosità che minaccia il futuro degli animali in Africa e non solo. Un’operazione d’impatto per arrivare a chiedere la totale messa al bando del commercio di avorio, che miete ogni anno 30 mila vittime tra gli elefanti, con un tasso di uccisioni che supera quello delle nascite.
Le 11 pire preparate per il rogo hanno bruciato per giorni, mandando in fumo quasi 90 milioni di euro per l’avorio e 70 milioni per le corna, e dopo il fuoco in Kenya ora sarebbero rimaste ‘soltanto’ 20 tonnellate di avorio cosiddetto legale. Una grave perdita economica che secondo le autorità keniane serve a bloccare i commerci legali ed illegali.
Ci sono alcuni detrattori dei roghi e di operazioni simili, che sostengono che l’eliminazione di grandi quantità di avorio o delle corna di rinoceronte dal mercato, non faccia altro che far aumentare il prezzo, proprio perché se ne riduce l’offerta. Tuttavia i roghi rimangono di certo un modo molto efficace – osservando le foto si comprende la vastità della devastazione – per sottolineare in maniera drammatica un problema che deve riguardare tutti i cittadini del globo.
Il Kenya decise di bruciare l’avorio per la prima volta nel 1989, con 11 mila tonnellate (nulla a confronto dei numeri di oggi), come segno della propria volontà di proteggere con determinazione la popolazione degli elefanti rimasti nel Paese. Nei 15 anni precedenti la presenza degli elefanti era calata del 90%, da 168 mila a 15 mila esemplari.
L’Agenzia per la protezione della fauna del Kenya ha reso noto che restano 38mila elefanti e meno di un migliaio di rinoceronti nel Paese. Nella Repubblica Democratica del Congo la popolazione di elefanti è scesa a meno di 20.000 capi dai circa 200mila degli anni 60. Altre aree a rischio per gli elefanti sono l’Africa centrale, la Tanzania (60% di perdite in 5 anni) e il Mozambico (50% in 5 anni).
Ecco perché i presidenti di Kenya, Gabon, Uganda e Botswana si incontreranno per discutere come prevenire l’uccisione illegale degli elefanti in occasione della prossima Convenzione sul commercio illegale delle specie in pericolo (CITES) che si svolgerà a Johannesburg a settembre 2016.
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