L’Unione Europea ha dato il via libera per riaprire le frontiere a 15 paesi extra Schengen. Nella lista che ha l’ok ci sono 4 paesi africani: Algeria, Marocco, Rwanda e Tunisia.
Dopo il blocco ai viaggi non essenziali verso l’Unione Europea introdotto a metà marzo nel tentativo di contenere la diffusione del coronavirus, dal 1 luglio potranno entrare nell’area Schengen i visitatori provenienti da: Algeria, Australia, Canada, Corea del Sud, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Rwanda, Serbia, Thailandia, Tunisia, Uruguay e Cina. Quest’ultima solo a condizione del rispetto del criterio di reciprocità, cioè se eliminerà a sua volta la quarantena obbligatoria nei confronti dei cittadini europei.
L’Italia, che ha votato a favore della lista, mantiene tuttavia una posizione improntata alla linea della massima precauzione, tenendo ferma la regola della quarantena per tutte le persone che arrivano dai paesi extra-Schengen. Ciò vuol dire che la quarantena sarà obbligatoria per tutti i cittadini di queste 15 nazioni, anche se dovessero arrivare in Italia attraverso altri paesi europei. L’Italia potrebbe, tra l’altro, non essere l’unico paese a prendere tale decisione
Per il momento sono esclusi dalla lista gli Stati Uniti, la Russia, il Brasile e l’India per l’alto numero di contagi. Fuori dalla lista anche Israele. Mentre inclusa è la Gran Bretagna che, nonostante la Brexit, viene ancora formalmente considerata parte dell’Ue.
L’elenco dei paesi verrà aggiornato ogni due settimane in considerazione di tre criteri:
- tasso di nuovi contagi ogni 100 mila persone nelle ultime due settimane non superiore a 16,1, che è la media europea;
- trend dei contagi decrescente o quanto meno non in aumento;
- indice di «affidabilità» del sistema sanitario del paese superiore a 57 (voto medio UE).
L’Ultimo criterio è forse quello più complesso: il punteggio (da 1 a 100) viene stabilito in base ai parametri fissati dall’International Health Regulations dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che misurano la capacità di risposta di una nazione a emergenze sanitarie pubbliche di rilevanza internazionale prendendo in esame test, posti letto in ospedale, posti di terapia intensiva, numero di medici e paramedici in rapporto alla popolazione, regole di prevenzione in vigore, qualità delle cure, monitoraggio, e tanto altro.
Non bastano quindi i pochi contagi. Quali saranno i prossimi paesi africani che riusciranno a conquistarsi un posto nella lista?
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